L’altra sera l’ho sentito, ha
provato a spettinarmi, mi ha fatto stringere la felpa forte forte, tirandola
con le mani vicino alla gola.
L’ho sentito seccarmi gli occhi e
raffreddarmi il naso.
E’ il vento di settembre, il vento del Nord, che inizia a vestire l’ autunno e gli ricorda di mettersi in viaggio che, prima o poi, gli toccherà arrivare fino a qua.
Quel vento che fa correre veloce
le nuvole in cielo e fa sbandare anche molto altro, dentro di me.
Mi fa subito pensare a nuovi
orizzonti, alla possibilità di un futuro meno convenzionale.
E’ difficile ascoltarlo, dargli
retta, quando quasi tutti intorno sembrano già agghindati in ruoli prestabiliti,
in situazioni, all'apparenza, definite.
Difficile spiegare quanto mi senta
inserita in un’autostrada senza caselli, senza possibilità di uscita in strade
alternative, più lente sì ma sicuramente molto più panoramiche..
Inserita in una geografia limitante, per chi ha una
curiosità invadente quanto la mia..
Forse è solo voglia di scappare.
O forse no.
E’ voglia di studiare, di
crescere, di confrontarsi con qualcosa di diverso.
Diverso da quello che sono
diventata procedendo troppo per inerzia..
Diverso sì ma, in realtà, molto
più affine a quello che sono e che ho un po’ dimenticato di essere..
Ho voglia di togliere il pilota
automatico e ricominciare a usare cambio e frizione.
Fermare quell'indolenza che crede
di aver capito tutto.
Perché in fondo lei, come molti
altri, non ha capito niente.
Ma in fondo l’importante è che
abbia capito io.
Alice
Adoro come ti descrivi nelle introspezioni. Spesso mi sento come te, come se fosse soddisfatta a metà perchè mancano stimoli o quella capacità personale di sentirmi attiva. Bò, a volte aspetto chissà cosa e invece sono io che dovrei muovermi. Ciao Alice! ;)
RispondiEliminaLeggere commenti come questo mi riempie di gioia. Mi sembra di riuscire ad arrivare a qualcuno con la sola scrittura e di poter condividere delle sensazioni che, erroneamente, credo di provare solo io!! Grazie!!
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