giovedì 10 maggio 2018

INTERVISTA A LUCY: UN'ITALIANA A MELBOURNE!

un'italianaaMelbourne

È un pò di tempo che sono ferma ma NO la mia voglia di viaggiare non si è arrestata. Anzi, semmai il contrario. Oggi infatti vi porto dall'altra parte del mondo. Dove? Lontano, lontano, sì vi sto per portare in Australia.
Il blog oggi ospita Lucy, una ragazza italiana che, da quasi un anno, si è trasferita a Melbourne, Australia. E non è nemmeno la sua prima volta all'estero. La prima è stata Berlino e poi Parigi. Proprio la Francia e la capitale francese sono state teatro di eventi drammatici negli ultimi anni, eventi che tutti noi conosciamo e probabilmente ci porteremo dietro per molto tempo. Lucy purtroppo non solo ne è a conoscenza, Lucy era là, al Bataclan, in quella sera orribile di Novembre 2015. Ma Lucy è anche la conferma che dalle tragedie ci si può rialzare, anche se con fatica e che, un  passo dopo l'altro, si può comunque arrivare lontano. In questo caso davvero moooolto lontano!
Forza, cominciamo!
D: BUONGIORNO LUCY, SE TI VA RACCONTACI IN POCHE RIGHE CHI SEI, DOVE VIVI E COSA FAI NELLA VITA. IN QUESTA VITA CHE HAI SCELTO DI TRASLOCARE DALL'ALTRA PARTE DEL MONDO.

Alice, grazie di ospitarmi! Lucy per la verita è il mio wombat, l'animale che mi accompagna in Australia, dove mi sto adoperando per trovare il mio posto. Io sono una femmina di Homo Sapiens nel mezzo del cammin di nostra vita, amante dell'osservazione dell'assurdo e dell'improbabile. Scrivo di quello che vedo Down Under (termine colloquiale britannico per indicare l'Australia), per conservare lo stupore, la meraviglia e un briciolo di sanità mentale! Il mio blog (lucythewombat.com) è anche una forma di terapia dopo l'evento drammatico che ho vissuto a Parigi e che ancora mi porto dentro, e che mi spinge verso un'(auto-)ironia dark e assolutamente discutibile. Raccontare il proprio mondo serve anche a conoscerlo attraverso se stessi, a trovarci un senso. L'universo si ricrea anche un po' parlandone, come per i bambini che scoprono la realtà attraverso il linguaggio.

 
D: DA QUANTO TEMPO SEI IN AUSTRALIA? HO LETTO NEL TUO BLOG CHE PRIMA DI QUESTO TRASFERIMENTO VIVEVI GIA' FUORI DAL NOSTRO PAESE, IN FRANCIA. QUANDO E PERCHE' HAI DECISO DI LASCIARE LA NOSTRA CARA E VECCHIA ITALIA?

Mentre i miei amici facevano un sacco di cose rispettabili nei tempi prestabili, io svolazzavo qua e là a scoprire l'Europa, con scuse che si affinavano negli anni. A Berlino ci ho scritto la tesi, seguito dei corsi. A Parigi sono arrivata nel 2015, avrei dovuto passarci un anno di ricerca con borsa di studio, condurre una vita seria e produttiva... ma il piano è subito sfumato con stile, con l'attentato al Bataclan a cui sono sopravvissuta. Lo stress post-traumatico è peggio di qualsiasi dantesco mostro infernale. Evidentemente gli piacevo molto ed è rimasto in mia compagnia per un sacco di tempo, fino a quando non è stato evidente che la mia promettente carriera sarebbe andata avanti senza di me e senza il mio inquietante "amico". E intanto mio marito, già non proprio entusiasta di fermarsi nel paese che gli aveva quasi ucciso la moglie, non voleva accontentarsi di lavori a metà che gli venivano proposti. Perché restare quindi? Per non poter nemmeno adottare un gatto con la certezza di poterlo sfamare fino a fine mese?!
Dopo tanto disagio, siamo a Melbourne da luglio 2017. L'Italia? È meravigliosa, ma con troppi italiani. E poi niente mi emoziona come sentirmi straniera e multilingue, con il nuovo tutt'intorno.

D: E' UNA SCELTA CHE CONSIGLI? E CHE RIFARESTI?

È accaduto per caso: un bel giorno ad A. hanno annunciato dall'Australia "Venga, qui per lei c'è un visto, il buon lavoro che merita, e tanti koala!". Quando l'hanno chiamato stava facendo il bucato alla lavanderia a gettoni, perché a Parigi certe case sono così piccole che non c'è nemmeno lo spazio per la lavatrice. In Europa non avevamo più niente da perdere, se non la mia ormai perfetta parlantina francese, quindi ci siamo detti "perché no?!" e abbiamo comprato una Lonely Planet.
Potendo scegliere, probabilmente saremmo stati meno arditi. Quindi ringrazio il Fato, le Pizie e Zeus, perché ora mi sento a casa e ho per vicini degli splendidi pappagalli che amano sentirmi fischiettare, per loro, la sigla della Famiglia Addams. 
Mi sto occupando di me, di una nuova qualifica per lavorare (per scaramanzia non dico ancora dove), e sono diventata un'ottima koala spotter. Inoltre, curo con amore il mio blog, dove racconto agli italofoni quello che nelle guide sull'Australia non si dice.

D: MA VENIAMO ALL'AUSTRALIA. UNA NAZIONE CHE NON HO MAI VISITATO E CHE MI INCURIOSISCE. RACCONTAMI UN PO', QUALI SONO LE CARATTERISTICHE SALIENTI DEL POPOLO AUSTRALIANO?

Gli australiani sono estroversi, primitivi, privi delle nevrosi del vecchio mondo. Mi sembrano omini disegnati con i pennarelli, felici se possono grigliare salsicce in giardino; pensano molto ai quattrini, magari per comprarsi l'ultimissimo modello di tenda semiautomatica per la veranda. Diciamolo, hanno una vita più facile e restano ignari di molti concetti a noi occidentali purtroppo arcinoti, come la crisi, la mancanza di spazio, o come sia fatta l'Europa... a volte quasi mi infastidiscono. In compenso sanno benissimo che qui il buco dell'ozono è un problema serio, e che se non vai in giro con la tua brava crema solare spray in borsetta, pronta a ripetute applicazioni, ti becchi il cancro alla pelle a quarant'anni. Insomma, li studio come si osservano i bruchi e le farfalle. Però non sono cattivi, tutt'altro!




D: E HANNO, SE SI QUALI, DEI PRECONCETTI VERSO NOI ITALIANI? (IMMAGINO I SOLITI MA SPERO SEMPRE CHE CHI VIVE ALL'ESTERO MI SMENTISCA!!)

Qui siamo a testa in giù, e questo aspetto non fa eccezione. L'Australia odierna è un paese nuovo, e vista la sua storia recente, il "diverso" è molto più accettato che in Europa. Non sono viziati da secoli di tradizioni e immobilismo. Sono aperti e accoglienti, credono nello spazio per tutti, e nessuno all'infuori di me stessa mi ha mai fatto sentire inadeguata per il mio accento italiano. Sono consapevoli che background diversi uguale arricchimento collettivo.

Ma c'è un però: il governo (che è pur sempre espressione degli individui, giusto?) si sta arroccando su supponenti posizioni in stile "Australians first", e ama lucrare sugli stranieri. Vuoi iscriverti ad un corso e sei straniera? Paghi il doppio. Vuoi un visto di ingresso? Paghi, tanto. Vuoi farti raggiungere dal tuo fidanzato o dai tuoi genitori? Paghi un'enormità. Alla fine, cos'è peggio?

D: ESISTE UNA BUONA ABITUDINE TIPICAMENTE ITALIANA CHE PROPRIO NON RIESCI AD ABBANDONARE? E INVECE QUALCHE ABITUDINE AUSTRALIANA CHE HAI GIA' PROPRIAMENTE FATTO TUA?

Adattamento impossibile: non sono né sarò mai una "morning person". Per me il risveglio e l'intera mattina sono una disgrazia esistenziale a cui non c'è rimedio, mentre al pomeriggio e alla sera potrei anche scortare Annibale attraverso le Alpi. Qui alle cinque-sei del mattino la gente è già in piedi a fare cose, e alle cinque del pomeriggio chiude tutto. Dramma supremo e inestirpabile.

Adattamento-lampo: vestirmi anni 90! L'intero paese è anni 90, ma nessuno lo dice apertamente. A volte mi sembra di incontrare gli Hanson al semaforo, e la gente va davvero in giro con il cappellino con visiera rovesciata. Amo parlare di questi aspetti sconcertanti, perchè la gente deve sapere e arrivare preparata.



D: QUANDO PENSO ALL'AUSTRALIA IMMAGINO IL CLASSICO TRITTICO SPIAGGE ASSOLATE, CANGURI E DESERTO. IMMAGINO CI SIA MOLTO ALTRO. COSA CONSIGLIERESTI DI NON PERDERE A CHI VOLESSE ORGANIZZARE UN PRIMO VIAGGIO NELLA TERRA DEI KOALA?

La wildlife, la fauna selvatica! Si incontrano creature meravigliose che abitano solo qui e che, se approcciate rispettosamente, saranno felici di farsi un selfie con gli umani. Ma se indisposte, attaccano senza pietà.

Sydney e Melbourne sono grandiose, imprescindibili. Ma l'Australia vera, come dici tu, è soprattutto natura, spazi, tempi e cieli dilatati, bushwalking, spiagge semideserte, cultura aborigena... E il surf, che qui fanno tutti, anche le ragazzine e i signori in là con l'età e con la pancetta (tutti tranne me che sono cimofobica, l'idea delle onde mi riempie di angoscia immotivata!). Ma forse la destinazione più urgente è la Grande Barriera Corallina, prima che si sbianchi del tutto.

Consiglio un road trip con un'auto a noleggio (o un van per i più intrepidi, così anche il pernottamento è risolto!). Se si campeggia, niente tenda sotto a un albero: i grossi rami che cadono di notte sui turisti dormienti non sono una leggenda metropolitana. E in quanto a queste ultime, c'è anche quella del DropBear... il koala del Male! 😈



D: E PER I TANTI RAGAZZI ITALIANI CHE PENSANO DI TRASFERIRSI LI' PER UN PO' DI TEMPO, QUALI STEP SUGGERISCI DI SEGUIRE? C'E' QUALCOSA CHE SI PUO' GIA' FARE DALL'ITALIA PER INFORMARSI, PRENDERE CONTATTI, CAPIRE SE SIA LA STRADA GIUSTA?

Scongiuro di non entrare allo sbaraglio nei gruppi FB di emigrati per chiedere giulivamente "Ragazzi, sono un giovane senza esperienza come faccio a trasferirmi per sempre con tutta la mia famiglia?!" perché prima o poi mi coglierà una crisi isterica per colpa di messaggi così! Qui non si viene senza idee chiare, bisogna studiarsi il sito del Ministero per l'immigrazione, vedere cosa è possibile e cosa no.

I visti validi un anno o due danno la possibilità di studiare e/o lavorare, anche spostandosi, e credo che ne valga sempre la pena, perché lasciano anche il tempo per scoprire il territorio; ma poi rimandano a casa. Questi lavori sono spesso di manovalanza, perché nessuno investe su qualcuno che nel giro di qualche mese se ne deve andare.

Per puntare più in alto e per più tempo, occorre uno sponsor, un datore di lavoro che assicuri "Sì, costui ci serve" e che, salvo eccezioni, si trova una volta qui, non dall'Italia. Ma non tutte le professioni sono sponsorizzate! Controllate se la vostra è presente sulla lista ufficiale, che si aggiorna ogni anno. Diffidate di chi vi invita mellifluamente a scambiare due chiacchiere per aiutarvi: sono agenti, come in Matrix, non sono gratis e non è nemmeno detto che siano bravi.

D: ULTIMA DOMANDA, LUCY. HO PENSATO DI CHIEDERTI SE HA SENSO, DA COSI' LONTANO, SEGUIRE ANCORA L'ATTUALITA' E LA POLITA ITALIANA O SE, OSEREI DIRE FORTUNATAMENTE, SI VIENE TOTALMENTE ASSORBITI DALLE DINAMICHE DEL PAESE CHE CI OSPITA DIMENTICANDOSI DEI "DRAMMI" NOSTRANI?

In questi primi mesi sono state talmente tante le novità da conoscere - da dove acquistare un libro dal titolo vagamente più intelligente di "40 Dogs with Jobs" a dove incontrare uno sfuggente echidna (vedi alla voce: mammifero-oviparo australiano 👈) che di politica locale ancora fingo di saperne, più che saperne veramente.

Dell'Italia leggo tutto! Il bello di vivere in più posti è di portare con sé le conoscenze legate a ciascun paese, e non lasciarle cadere appena lo si lascia. E poi devo continuare a capire le battute dei mie amici! L'Italia mi ha cresciuta e ancora ospita le persone che più mi stanno a cuore (ma anche tutte le altre, comprese quelle immeritevoli!), perciò una parte di me è sempre lì. Nei casi più acuti di rigurgito di malessere da distanza, mi basta aprire Facebook, leggere la maggior parte dei commenti degli italiani sotto al fatto del giorno, e il guizzo nostalgico svanisce immediatamente.


Bhe ragazzi , direi che l'intervista è stata interessante, esaustiva, motivante. Cosa ne pensate?
Ringrazio Lucy per avermi dedicato del tempo e per l'impegno che ha messo nel rispondere a tutte le mie domande, lo percepisco. Ce ne sarebbero state molte altre... chissà se arriverò mai fino a Melbourne, così potremmo pensare al seguito, in diretta☺👈 !!

Nel frattempo potete seguire Lucy, una ragazza italiana nella sua quotidianità australiana, nel suo blog lucythewombat.com e sui suoi social Twitter @lucy_wombat oppure su Fb alla pagina lucythewombat.

Se l'intervista vi è piaciuta, scrivetemelo qui sotto nei commenti oppure potete diffonderla attraverso i canali social che trovate sempre sotto, alla fine dell'articolo! Se invece vi siete persi la mia precedente intervista a Elisa, un'italiana a Londra, la potete leggere qui mypunkbox.blogspot.it/2017/10/la-mia-intervista-elisa-un-londra.html !!

Alice





Tutte le foto inserite in questo post sono di Lucy, of course!
p.s.: il koala lo sto già amando ❤






7 commenti:

  1. L'intervista mi è piaciuta. E tanto. Lucy (o chi per lei...) scrive in maniera ironica e dissacrante e questo mi basta per adorarla. Inoltre, un anno fa sono andata in Australia. Vero, non ho visto la natura sconfinata (l'ho solo intravista) ma Sydney e Melbourne sono state sufficienti per farmi innamorare. Da morire dal ridere quella degli omini disegnati con il pennarello. Cervellotica come sono, sarei dovuta nascere in Australia. Ma chissà... C'è sempre tempo

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    1. Mi fate sentire l'unica che non è ancora passata da Sydney e Melbourne. Ma come dici tu, Roberta, c'è sempre tempo!
      Grazie per essere passata di qui, sono sicura che anche Lucy sarà contenta del tuo commento!
      Alice

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  2. Grazie mille ragazze!! Roberta, se ti senti cervellotica allora forse l'Australia non è l'ideale... quaggiù di cervello ce n'è meno (#sorrynotsorry :D), potresti finire col sentirti poco stimolata! ;)
    Però è un mondo bellissimo che sì, consiglio di passare a vedere, prima o poi!
    Alice, se capiti da queste parti fatti viva! ;)
    Baci!
    Lucy

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  3. Bellissima la storia di Lucy e il suo grande coraggio di trasferirsi dall'altra parte del mondo! Io non so se riuscire a farlo e proprio per questo ammiro chi ha la forza di fare questo grande salto

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    1. Hai ragione Valentina, ci vuole coraggio a partire. Talvolta ce ne vuole molto anche a restare, consapevoli che forse non si sarà mai soddisfatti a livello occupazionale.
      Oggi ottimismo ai massimi livelli :-) :-)!!
      Grazie per essere passata,
      Alice

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  4. Peccato che questa Lucy sul suo FB ti abbia sputtanata come semi analfabeta. E una falsa come giuda

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