Ornella ha un passato difficile, dal
quale è scappata venti anni fa ma con cui prima o poi dovrà fare i conti.
La Patty ha un passato difficile,
forse meno di quello di Ornella, un marito e vive da anni in trepida attesa di
una ricca eredità di cui non ha la certezza di essere erede.
Il passato difficile le ha fatte
incontrare e da allora Ornella e La Patty non si sono più lasciate, nonostante
risiedano in vite e nazioni differenti.
E poi c’è Diego che non scappa da
un passato difficile, ma da un presente scomodo, soprattutto con se stesso.
Queste vite si mescolano sotto il
cielo di Londra, che offre a tutti loro, oltre a nuvole in perenne
cambiamento, come le emozioni, anche una seconda chance perché Londra non ti
giudica, mai, ma esige di mettersi in gioco, sempre. E con te stesso, in
primis.
E poi c’è Verona, il vissuto
scomodo, i vecchi legami che ancora vi risiedono e che rassicurano nella loro
immobilità, come se il passare delle stagioni non li avesse scalfiti.
Verona, il suo fiume, il passato,
la famiglia originale.
Londra, il suo fiume, il
presente, la famiglia allargata.
“Dimmi che credi al destino” mi è
piaciuto perché è un libro di svolte, di passati da chiudere per aprirsi
completamente al presente, di chiacchiere profonde su una panchina isolata, di
amicizie sincere che vanno oltre la distanza, oltre il tempo, oltre i giudizi
affrettati.
Vi ho invogliato a sceglierlo e
inserirlo tra le letture estive?!
Alla prossima,
Alice
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