Ottobre, mese di cambio armadi. Attività che sempre più spesso viene messa in rete in video dedicati.
Oggi vorrei spendere qualche
minuto per collegare questo "piacevole" rituale autunnale ad un discorso molto più
complesso.
Esisteva un tempo in cui le
collezioni erano solamente due: Autunno Inverno, Primavera Estate.
Quando le castagne erano mature
sugli alberi in vetrina spuntavano cappotti color cammello. Alle prime piogge
autunnali eravamo già sul pianerottolo armati di stivali e calzettoni.
Ora tutto questo non esiste più.
O quasi.
La moda a basso costo ci ha catapultato
in un universo completamente diverso, composto da 52 collezioni l’anno. Sì,
collezioni nuove ogni settimana. Un’offerta enorme, veloce, immediata e continua.
“Quando esco e trovo qualcosa che mi piace lo compro subito perché
costa poco e, se aspetto, potrei quasi certamente non trovarlo più!”. Valutare se un capo ci serva
davvero oppure sia un ulteriore sfizio inutile sono considerazioni che non
abbiamo il tempo di fare in questa corsa all’ultimo scontrino.
I prezzi sono talmente bassi che
non si valuta più nulla prima di acquistare. Si acquista e basta dando vita a uno shopping
che è più consolatorio che altro. Consolatorio per noi ma devastante per altri.
Devastante per l’ambiente e devastante per i lavoratori che in paesi come l’India,
il Pakistan o il Bangladesh lavorano per pochi euro al giorno, in fabbriche
pericolose e senza alcuna tutela. E distruttivo per l’ambiente, appunto, visto
che l’industria della moda è tra le più inquinanti al mondo, seconda solo a
quella del petrolio.
Non demoralizziamoci, però! Negli ultimi anni sono sorti tantissimi brand etici, si è tornati
a frequentare mercatini di artigianato e second hand, si è ridato valore ai
prodotti made in italy. Esiste un nutrito numero di persone che da tempo ha iniziato a chiedersi cosa si
nasconda davvero dietro a prezzi eccessivamente bassi, persone che si sono informate, hanno compreso e sono ora, quindi, nell’impossibilità di volgere lo sguardo altrove e fare finta di nulla.
A me è successo esattamente questo! Ho compreso che ad un costo più alto corrisponde maggiore qualità e maggiori tutele (questa non è una certezza, ma col tempo si
impara a riconoscerle), ho imparato che la moda non è la replica fedele di un
manichino esposto nelle vetrine dei grandi marchi low cost, la moda è
creatività, è reinterpretazione di quello che si ha già e non si indossa da tempo, è scavare negli armadi e nei bauli di famiglia, è dare
visibilità a bravissimi artigiani che investono passione e sacrifici nelle
creazione di capi stupendi.
E voi conoscete la moda sostenibile? Vi sentite
responsabilizzati sull’argomento?
Vi piacerebbe se approfondissi il tema magari parlando di quali profili seguire, di come scegliere i capi, dove scoprire brand etici e realtà artigianali?!
Intanto nella sezione Made in Italy del blog trovate già tutti i post in cui vi presento un sacco di brand indipendenti, sostenibili e, per la grande maggioranza, italianissimi. Vi lascio qui il link diretto per trovarli facilmente mypunkbox.blogspot.com/search/label/MadeinItaly.
Intanto nella sezione Made in Italy del blog trovate già tutti i post in cui vi presento un sacco di brand indipendenti, sostenibili e, per la grande maggioranza, italianissimi. Vi lascio qui il link diretto per trovarli facilmente mypunkbox.blogspot.com/search/label/MadeinItaly.
Fatemi sapere qui sotto nei commenti cosa ne pensate e se vi va
diffondete l’articolo attraverso i canali social!
Alice
Io sono in super ritardo e devo ancora affrontare questo temutissimo momento dell'anno!
RispondiEliminaIo ho iniziato ma non ho ancora finito. Teniamo duro :-)!!
EliminaAlice
Mi pare un discorso correttissimo. La moda italiana è sempre stata considerata la più elegante al mondo (con o prima di quella francese) e quindi perché limitarsi ai brand più noti? Largo ai giovani e ben vengano le scoperte di nuove realtà tutte italiane ;-)
RispondiEliminaVado a sbirciare e grazie per il link ^_^
A presto
Anna Luisa
Ce ne sono un sacco di belle realtà italiane, io credo davvero che abbiano solo bisogno di più visibilità.
RispondiEliminaGrazie per essere passata!
Alice
Io quest'anno non farò il cambio armadio perché praticamente ho tutto contenuto in due valigie. Ho selezionato dei capi con cui superare i prossimi 3 mesi in hotel. Mi interessa molto leggere di moda sostenibile e se approfondissi leggerei i post con piacere!
RispondiEliminaApprofondisco spesso l'argomento provando a proporvi valide alternative al Fast Fashion. Se ti interessa le trovi nelle sezioni MadeinItaly o Sostenibilità, in alto in homepage. Oppure sul mio profilo instagram @mypunkbox!! A me invece interessa sapere come affrontare l'inverno racchiudendo tutto in 2 valige..bravissima!!
EliminaAlice
Mi piacerebbe vestire in modo più etico, ma spesso questi marchi propongono un look dall'aria stracciona che non si sposa per nulla con il mio stile, così come per i prezzi, spesso troppo alti per il prodotto offerto. Io comunque continuo a cercare, sperando di trovare finalmente qualcosa da vestire di etico e di classe allo stesso tempo!
RispondiEliminaCiao Paola, io ormai non acquisto praticamente più nulla dai brand Fast Fashion e non credo di apparire con un look particolarmente straccione..se vuoi puoi fare un salto sul mio profilo instagram e spero di non essere smentita!
EliminaMi trovi come @mypunkbox, in alto nella home trovi anche in link diretto.
Grazie per essere passata,
Alice
Sono d'accordissimo con il tuo post. La moda a basso costo, usa e getta, è inquinante ed è a scapito della dignità dei lavoratori (soprattutto lavoratrici) in molte parti del mondo. Quindi sì alla qualità e al controllo della provenienza. E sì anche al riciclo, al passarsi i vestiti tra amiche e in famiglia, comprando di meno e dando il giusto valore all'abbigliamento. Grazie mille per aver affrontato l'argomento.
RispondiEliminaGrazie a te per averlo centrato in pieno!
EliminaAlice