martedì 2 maggio 2017

DI GRATTACIELI, MISTERO E LEMONADE MINT: LA MIA DUBAI.



Metti un volo di 6 ore da sola. Perché chi viaggia con te è sotto due coperte di Emirates con 38.7° di febbre.
Metti un aeroporto grande quanto uno stato autonomo. Un caldo afoso che ti accoglie appena riesci a trovare l’uscita. E nel giro di 30 minuti accomodarti ai piedi del Burj Khalifa bevendo Lemonade Mint, incredula che tutto intorno a te sia vero.
Esattamente questo il mio primo approdo a Dubai.


Non avrei mai pensato che gli Emirati mi avrebbero sorpreso così. E, invece, ne sono stati capaci.
Dubai è la metropoli dei contrasti. Dove puoi fare praticamente tutto quello che ti passa per la testa.
Passeggiare in riva al mare, al tramonto, raccogliendo conchiglie e ascoltando il vociare dei gabbiani.
Pattinare sul ghiaccio, in mezzo a una miriade di ragazzini urlanti, all’interno del centro commerciale più grande del mondo.
Utilizzare la metropolitana, senza conducente, con  vagoni riservati alle sole donne e bambini, pulita e climatizzata, modernissima, come le sue stazioni.
Per poi scendere ai 36°C di Al Fahidi, la città vecchia, dove si respira il profumo delle corti interne ombreggiate dalle piante di fico, nel fresco creato dalle antichissime torri del  vento.
E non dall’aria condizionata. Onnipresente. Ovunque. Sempre.
Ammirare le vetrine a Dubai Marina, i noti brand italiani di fama mondiale in prima fila, sorseggiando caffè Large di Starbucks.
Mentre il muezzin richiama alla preghiera dai microfoni disseminati qua e la.
Dubai riesce a farti sentire proiettato in un’epoca avveniristica. E allo stesso tempo ti ammalia in una bolla di tradizione e fascino medio-orientale.
E, credetemi, scorgere The Palm Jumeirah, mentre il volo di ritorno prende quota e si allontana dalla costa, sarà difficile da dimenticare.

Nel prossimo post vi darò le mie dritte in città. Ovviamente Low Cost, non spaventatevi J !!

Alla prossima,

Alice

























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